KINGS OF METAL (MANOWAR, 1988)

FUCKING METAL ATTITUDE. Sulla scia di Fighting the World nasce nell'88 il sesto lavoro in studio per i Kings Of Metal (questo è il nome attribuito loro dai numerosi fan della band), superandosi grazie ad un lavoro che non ti stancheresti mai di ascoltare! Se l'album precedente si può considerare una piccola parentesi in cui il sound della band risulta appena più semplificato, con Kings Of Metal si ritorna a fare sul serio. L'attitudine pura e fottutamente Heavy Metal si incontra con l'epicità del loro primo periodo artistico conferendo una bellezza ed una forza incredibili a tutto l'album. L'utilizzo della tastiera di Ross The Boss dona alle ballad un'incredibile intensità emotiva: Heart of Steel e The Crown and the Ring , quest'ultima con l'accompagnamento di un maestoso coro, diventano indimenticabili. Wheels of Fire è velocissima: una vera e propria mazzata sui denti apre quindi l'album e ad essa segue Kings of Metal, altro anthem del gruppo amatissimo dai seguaci dei Manowar. Blood of the Kings dà l'idea di quello che posson combinare con gli strumenti i nostri, per non parlare di Sting of the Bumblebee, in cui De Maio ribadisce di essere un grande musicista, per chi ancora non l'avesse capito. Bellissima è anche la melodica e rockeggiante Kingdome Come. Divertente ed ironica è invece Pleasure Slave (I Manowar son così: o li ami o li odi!). Nota d'eccezione per Hail And Kill, che parte piano per poi dipanarsi a folle velocità sull'ascoltatore: è uno dei pezzi più belli della seconda giovinezza dei 4 di New York, ed una delle tracce cardine dei Manowar versione live. Album potente, completo e senza punti deboli, con un Adams come sempre fenomenale al microfono, con la sua incredibile estensione vocale. Andate, quindi, e combattete per il True Metal!