PERSECUTION MANIA (SODOM, 1987)

MARATONA TEUTONIC THRASH. Persecution Mania, secondo full length dei thrashers tedeschi Sodom e predecessore dell'acclamato Agent Orange, rappresenta il primo dei grandi classici della band, nonché il distacco della stessa dai canonici temi satanici dell'esordio Obsessed By Cruelty per approdare a tematiche più mature e impegnate, principalmente incentrate sulla denuncia delle orribili conseguenze della guerra. L'opener, il cui ritornello è quello riportato in cima alla recensione, ci porta subito nel vivo del sound che caratterizzerà tutto il disco: l'influenza di gruppi come Venom e Motorhead è palese; i primi sono riscontrabili generalmente nella struttura ritmica portante, i secondi nel lavoro di riffing teso e continuo dell'inarrestabile Frank Blackfire. Il brano è assolutamente trascinante sia nei momenti più veloci -il refrain è semplice ma indimenticabile- che nelle rare decelerazioni. La stessa struttura è facilmente individuabile -senza però risultare un mero copia e incolla- in altre grandi hits del disco: Electrocution, la devastante Bombenhagel e la stessa Persecution Mania sono veri e propri brani tritaossa, in cui il compianto Chris Witchunter sfodera una prestazione da applausi, precisa e inarrestabile, degnamente supportata dai compagni con i quali crea ritmi assolutamente irresistibili sferzati dalla cattivissima linea vocale del leggendario Tom Angelripper. La title-track è proprio uno dei pezzi più incredibili del platter: in questo brano la prestazione di Witchunter è da brividi, la trama ritmica è asfissiante e violentissima, il riffing tesissimo intrappola l'ascoltatore in una fittissima tela musicale e la linea vocale è più cattiva che mai, e da ciò nasce un pezzo che ogni thrasher del mondo dovrebbe conoscere a memoria e ascoltare regolarmente, in quanto incarna in sé tutti gli elementi del thrash metal old-school, compreso uno stratosferico assolo, la cui tradizione si sta terribilmente perdendo nelle tendenze moderne. Enchanted Land e Procession to Golgatha mettono in mostra il lato più oscuro della band, evidentemente mutuato proprio da quei Venom già citati, seppur in modo molto personale, e che è rimasto sempre presente, a livello più o meno cosciente, nel sound successivo del gruppo: la prima è un pezzo sulla falsariga dei precedenti ma più lento e dal mood più cupo e claustrofobico, mentre il secondo è un brano strumentale in cui si evidenzia uno stupefacente assolo conclusivo. All'altra band ispiratrice dei nostri è dedicata la cover di Iron Fist: poco da dire su questo pezzo, se non che la band lo ripropone con intelligenza, senza scimmiottare ma neanche snaturare la versione originale, ma adattandola molto bene al proprio sound. Il meglio dell'album non è però nelle canzoni già citate, ma in quella che ho volutamente lasciato per ultima: la lunghissima Christ Passion. Una maratona thrash di sei minuti, travolgente come poche altre canzoni a lei contemporanee, tirata dall'inizio alla fine senza un calo di tensione, su ritmiche velocissime, un assolo ancora una volta da antologia, un Angelripper al massimo della forma, che interpreta al meglio le serratissime strofe con cattiveria inaudita; da ascoltare e riascoltare fino alla nausea! La versione europea è poi arricchita da altre quattro canzoni: la fenomenale Outbreak Of Evil e le tre contenute nell'EP Expurse Of Sodomy; di queste parleremo nelle recensioni dei relativi dischi, ma se non le conoscete almeno la prima di esse è assolutamente da ascoltare, trattandosi di un altro dei pezzi più famosi della band, contenuto nel celeberrimo In The Sign Of Evil. Che amiate il thrash hardcore, quello ipertecnico, quello americano o, ovviamente, quello teutonico, Persecution Mania deve assolutamente far parte della vostra collezione; allo stesso modo non potete farne a meno se siete semplicemente amanti del lato più violento del metal.